Situazioni in campo cromatico totale a colori complementari
Galleria Massimo Minini 1980
Sala Polivalente Galleria Civica, Palazzo dei Diamanti, 1980
Museo d’Arte Moderna, Parigi, 1981

...tuttavia, mai prima d'ora le tre coppie di colori complementari erano state presentate insieme. Qui, la presa di coscienza dei contrasti avverrà attraverso il corpo e non tramite un approccio conoscitivo intellettuale...
...non appena il dinamismo e la vita entrano in gioco, comincia uno spettacolo sorprendente: da un lato, l'individuo scompare, assorbito dal proprio colore; dall'altro, cattura lo sguardo. Un dialogo gestuale si stabilisce tra i corpi trasformati in colore, che interagiscono in funzione dell'ambiente cromatico circostante.
Catherine Huber
Conservatrice responsabile del museo dei bambini, del Museo d’Arte Moderna della Città di Parigi



E’ PERMESSO GIOCARE CON L’ARTE?
Il gioco in arte è un tema proprio del nostro secolo; esistono certamente esempi di “gioco” nei secoli precedenti, ma si tratta tutt'al più di rappresentazioni pittoriche del gioco.
Giocare con l’arte, al contrario, è una prerogativa delle avanguardie e un modo tutto loro di fare, disinvolto, che si può trovare nel futurismo e nel movimento Dada.
Con l’ingresso preponderante della tecnica nel mondo dell’arte, abbiamo assistito alla nascita di sistemi aperti dove si sollecitava o addirittura si provocava l’intervento del pubblico e, spesso, delle costruzioni particolari di macchine d’arte che rendevano indispensabile tale intervento per fare esistere l’opera stessa.
In altri casi la sottile ironia dell’artista esigeva dagli spettatori il compimento dell’opera.
Santi Sircana utilizza le sue conoscenze di nozioni pittoriche con particolare riferimento al rapporto dei colori, applicandole a una struttura aperta al gioco dei bambini.
Nel corso degli ultimi anni, egli ha immaginato e realizzato, nelle situazioni più diverse, spazi continui composti da due grandi teli di colori complementari, all’interno dei quali i bambini liberano spontaneamente le proprie capacità espressive, senza limiti di sorta, neppure quelli di vestiti o di giochi sofisticati, visto che indossano tuniche nei colori scelti e che dispongono di strumenti elementari degli stessi colori.
Sono state fatte esperienze in scuole materne e primarie, durante le quali, al di là del piacere fisico dei bambini e del piacere visivo degli osservatori, si sono fatte delle osservazioni psico-sociali i cui risultati iniziali sono esposti nel testo pubblicato in catalogo.
In effetti, ciò che emerge con maggior forza è l'azione gioco dei protagonisti, mentre lo spazio pittorico costruito rimane in secondo piano, come un sottofondo musicale continuo, pronto ad accogliere ritmi e presenze che, ponendosi spontaneamente in relazione tra loro, dipingono immagini effimere.
Massimo Minini
Forme componibili
1968-1990





Le forme componibili di Santi Sircana
Dal 1968 Santi Sircana ricava gruppi di forme coerenti, dalla scomposizione di forme basilari. Gruppi di forme che permettono un certo numero di composizioni per accostamento su spazi determinati in rapporto al gruppo di forme stabilite. Il procedimento di ricavare queste forme coerenti è semplice ma esige una precisa determinazione, non casuale. Si prende una forma elementare, il cerchio o il quadrato, per esempio, e lo si tagli in pezzi che abbiano tra loro in comune delle dimensioni tali che permettano le combinazioni. I tagli sono determinati da misure ricavate dalla stessa forma di base, come la suddivisione in parti uguali di un lato (per il quadrato) o di un raggio ( per la circonferenza). Le linee di unione di alcuni di questi punti danno l’ indicazione dei tagli e la forma di base si scompone in un gruppo di forme uguali o coerenti di forme che hanno in comune alcuni rapporti dimensionali. Questa prima operazione permette di ottenere le forme coerenti con il massimo di possibilità combinatorie. Un secondo problema sta nel dare uno spazio nel quale queste forme possono muoversi e combinarsi e con il quale devono avere dei rapporto altrettanti esatti. E fino a questo punto i problemi dall’autore sono di tipo estetico. Ci sono poi dei problemi di tipo tecnico, come ad esempio il trattamento delle superfici sia di elementi mobili he dello spazio che li comprende. L’uso dei magneti come forza naturale che possa tenere insiemen le forme con il loro spazio completa l’opera. Per ragioni di ricerca continua e per ragioni pratiche gli oggetti esposti sono da considerare come prototipi e quindi pezzi unici con tutte le possibilità per una eventuale produzione di serie. Di alcuni di questi sono stati prodotti un nume limitato di esemplari, secondo la richiesta del pubblico stesso. Naturalmente questi oggetti fanno parte di quella categoria di “oggetti a funzione estetica” che permettono, anzi stimolano, l’intervento dello spettatore il quale partecipa cos’ fisicamente oltre che mentalmente alla modificazione dell’opera. In tal caso, nell’opera così modificata c’è anche la volontà dello spettatore, e questa è una delle grandi conquiste degli operatori estetici della nostra epoca.
Bruno Munari, febbraio 1974
Sodisò
2000-oggi



Giovanni Santi Sircana ha progettato un sistema di mensole di alluminio partendo dalla suggestione di un’opera, ‘So’, che egli stesso realizzò nel 1968.
Questa prevedeva la scomposizione di un cerchio in quattro elementi ai quali erano applicati dei magneti. L’intervento del fruitore garantiva un numero di composizioni e un ritmo di forme infiniti. Quella suggestione si è trasformata in poetica e in linee guida per un progetto di design d’autore.
Una famiglia di oggetti la cui serie numerata e firmata racconta di un metodo che ha radici tanto nell’arte contemporanea quanto in un modo di fare design lontano dalle mode poiché carico di visione, disciplina e senso dello spazio.
‘So di So’ è l’attenta evoluzione di un’opera d’arte in un progetto di design in cui il progettista ha ridato valore alla mensola, oggetto dimenticato o lasciato all’ordinaria serialità della grande distribuzione. Qui la mensola diventa moderna cariatide, custode minima di angoli protetti, un oggetto che appartiene all’architettura d’interni e che s’impone come abitante del luogo in cui si insedia.
Se ‘So’ era un oggetto a funzione estetica, ‘So di So’, partito dalla modifica di un’opera, diventa, mutuando la ricerca artistica dell’arte multipla di Bill, Munari e Colombo, un progetto di design dove l’intesa tra l’oggetto e la materia è totale.
Ferro tagliato e piegato, materiale semplice e tecnologia consolidata, sono complici di forme autonome, pronte a servire, sottolineare ciò che andranno a sostenere.
Le mensole disegnate da Santi Sircana sono solidi trampolini la cui filigrana è nella leggerezza dell’ombra che generano, la cui valenza estetica consiste anche nell’ombra che la luce esprime con esse.
Sono mensole meridiane che ammettono la sfida della luce, stazioni di un sentiero, origami svelati.
Marco Sammicheli
Forme esitanti
2020-oggi


Design industriale
1972-oggi









